Cosa mai possono avere in comune un paio di scarpe da donna agganciate per i tacchi a una ringhiera, con uno psicologo e un capitano dei Carabinieri?

Difficile immaginarlo. Ma la vita è imprevedibile, e proprio le scarpe legano i due uomini con un sottile filo, fatto di riluttanti omissioni, e di sorprendenti scoperte del variopinto universo femminile, dove non c’è nulla di scontato, e tutto è possibile.

E se è lo psicologo a scorgere le scarpe nella loro singolare esposizione, il capitano se le ritrova tra gli effetti personali della loro proprietaria, quando ne viene scoperto il corpo senza vita in un appartamentino in centro città, sul principio  di un’estate bollente in riva allo Stretto.

Mentre si sviluppano le indagini, condotte da un maresciallo dell’Arma, l’ufficiale si gioca la carriera, e lo psicologo impara sul genere femminile più di quanto non gli abbia insegnato la professione. 

Loro, le donne della storia, semplicemente esistono.

Il treno filava via, di tanto in tanto sibilando tra gli scambi, ma ancora era lontana dalla meta.

Sapeva di non avere un buon carattere, Linda, e avrebbe voluto correggerlo. Tuttavia, quando le passava per la testa quella riflessione, il finale non era mai scontato, perché doveva fare i conti con l’umore del momento che, se non già scontroso in partenza, quasi sempre virava al brutto in pochi secondi, forse proprio a motivo di quel pensiero.

 

Ed eccola ancora lì, sul treno per Napoli a cercare di leggersi dentro, prima dei trenta, e prima di rimettere piede in quella Calabria da cui si era allontanata da un quarto di secolo.